Diario di Bordo | Grecia Sporadi 2018

I racconti delle nostre avventure tra le Isole Sporadi Settentrionali.

DAY1 SKIATHOS/SKOPELOS (Panormou)

Un sorriso sincero, una stretta di mano ed un deciso Kalimera, é questa l’accoglienza che riceviamo al nostro ritorno in Grecia. Siamo al porto di Skiathos e Dimitra, responsabile dai modi gentili al desk della @DreamYachtCharter, ci accompagna a bordo di un supercatamarano da 45 piedi, un ufficio a cielo aperto ormeggiato in testa al pontile. Mentre firmiamo le carte riceviamo l’allegra notizia che le nostre “Hydra” ed “Ikaria”, rispettivamente un Beneteau Oc45 ed un Jeanneau SO449, saranno pronte entro le 13. Mentre gli equipaggi si inoltrano a piedi per completare l’operazione cambusa nel vicino e fornito Despar ci sediamo al tavolino del porto e nell’attesa ordiniamo un freddocaffé medium sugar nel barattolo di plastica. La cortissima pista di atterraggio dell’aereoporto si trova a poche centinaia di metri dal porto ed i piloti degli aerei, che ad agosto portano migliaia di turisti alle isole Sporadi, hanno il loro bel da fare per completare un bellissimo atterraggio a pochi metri dal blu dell’Egeo, spettacolare. Il vento é teso e come sempre proviene dal primo quadrante, a distanza di un anno ritroviamo subito i riferimenti ed anche se qua é una prima volta è sempre come tornare a casa. L’Albatros in Grecia si sente nel posto giusto. Theo e Stefanos completano un bellissimo briefing tecnico, mentre Frank, regista e base manager della flotta composta da una ventina di unità ci suggerisce su Navionics quali sono i waypoint da non mancare. Preziosi consigli tra marinai, in quello scambio di informazioni sincero e mai scontato. Salpiamo alle 16.30 e facciamo rotta verso Skopelos, subito su le vele e mega traversone per raggiungere la baia di Panormou situata al centro sud dell’isola, una gola riparata contornata dal verde di pini fittissimi. Al tramonto i colori sono accesi ed oggi apprezziamo tutte le tonalità del verde. Ancora, cime a terra e siamo pronti per gustare una super linguina al ragù di tonno capperi ed olive greche. Al momento del lavaggio piatti a poppa notiamo il mare che sbrilluccica il plancton si accende e così ci si rimette il costume e tutti in acqua per nuotare tra le lucciole. Ancora in acqua, alziamo gli occhi al cielo e gustiamo una stellata clamorosa. Il mare si incendia di luce sotto, il cielo si illumina sopra per le tante stelle cadenti che sfiammano ogni dieci secondi disegnando traiettorie incrociate. Luce, vento, acqua é quasi magia…

DAY2 SKOPELOS/PERISTERI (Peristera)

Le vespe al mattino sono un classico delle baie greche, il Meltemi alle Cicladi risolve il problema e non permette agli insetti di volare, qui alle Sporadi invece, il dolcissimo miele greco sembra essere il più gettonato non solo dall’equipaggio. Il vento fuori dalla baia é teso e manco a dirlo soffia da NE, il mare é una tavola siamo ridossati da Skopelos e dirigiamo verso Est. Veleggiate così, come quelle di oggi, sono quelle che ti fanno innamorare della vela, del vento e della Grecia. L’equipaggio di Hydra, che ospita tantissime prime volte a bordo, é partecipe ed entusiasta in navigazione, la bolina é larga e” piega le barche di 30 gradi, sotto si sente la barca scorrere via nel silenzio fluida, il panorama intorno scorre, abbiamo il tempo di apprezzare ogni momento l’interessato. Il sorpasso “parafuera” della più veloce Ikaria viene incassato bene, grazie alla preziosa dritta di @GigiMacchina, amico storico di Albatros sin dai primi anni ’80, abile marinaio riminese anch’esso innamorato di questa Grecia, dirigiamo a Nisos Persistera nella profonda baia a sud dell’isola Peristeri.
Ancora e cime a terra, ed in questo momento le poppe attaccate di Hydra e Ikaria si trovano a pochi metri dalla riva. Un sentiero tra due ulivi porta al mare, é ancora il verde a dominare a terra, un verde arido e selvaggio che si colora ulteriormente a contrasto con il turchese del mare che, per effetto ottico causato dal fondale, in questo punto della baia sabbioso, riflette una luce incredibile. Tuffi, tanti tanti tuffi dalle spiaggette sospese, un acqua che ti invita a fare il bagno a tutte le ore. Le pesche in frigo sono già avanti, ma non al punto tale da disfarsene, la sangria é la conseguenza naturale per salvarle. Le affoghiamo dolcemente nell’ottimo Rosé consigliatoci da @vasili, nuovo amico di Skiathos che ci ha ospitato a Kolios la prima notte a terra nei suoi bellissimi appartamenti @villaspapappas
. La boule da 8 litri viene apprezzata dai membri della flottiglia riuniti per l’occasione a bordo di Hydra. La serata é lanciata, cena super con ricetta segreta, si registra una grande impresa, per la prima volta in assoluto riusciamo a cuocere 1.8 kg di pasta in barca. La chitarra dolce di @Andrea suona piena, anche i “cantanti” più timidi al buio trovano il coraggio di intonare le parole inglesi del maestro Otis Redding, accompagnando la splendida voce di @Valentina. Qualcuno nel buio fischia bene il ritornello, l’armonica segue a tempo, siamo nella nostra “bolla” “we are sitting on the dock of the bay, watchin’ the tide roll away, sitting on the dock of the bay wasting time…”

DAY3 PERISTERA/ALONISSOS (Gialos)

Sono le 07:00, la grande baia tranquilla é nel suo momento migliore. Un’oasi di pace, tutti dormono. La nuotata del mattino presto mi porta a sguazzare davanti ad una classica barca in legno da pesca. Sarà lunga 9 metri, é splendida, bianca con un bordo rosso, dotata di una spaziosa cabina per il comandante. Mi apposto su uno scoglio per 20 minuti ad ammirarla per studiare ogni mossa del pescatore che sembra non avere le gialle reti molto piene. Come un bambino che siede di fianco ad un campo di calcetto e aspetta di essere coinvolto nella partita, sono in attesa di un gesto che prontamente arriva. Permesso di salire a bordo? Permesso accordato! Nikolas é uomo di mare sulla quarantina si accende una sigaretta mentre continua a sbrogliare le sue reti. Ha la barba, grandi braccia e gli occhi di ghiaccio. É comandante ed unico membro dell’equipaggio di ΣΤΕΛΛΑ, che significa Stella in greco antico. A bordo le reti sono vuote, in un angolo ci sono 3 piccoli squaletti beige da fondale ed una razzetta. La pesca è andata male, ma Niko non sembra preoccupato. Parliamo un inglese a gesti, lui vive ad Alonissos, ha due figli piccoli ed una moglie che definisce bellissima. A casa lei si occupa della gestione degli appartamenti sul mare che affittano ai tanti stranieri che d’estate affollano l’isola. É armatrice di una flotta di venti scooter che “Rentano” ai turisti. Lui però, sottolinea, segue la sua passione ed ogni mattina all’alba prende il mare con la sua barca, guarda l’orizzonte, osserva il vento, la corrente e decide dove calare le sue reti. Gli chiedo se vuole un caffé italiano, accetta di buon grado. Sono già le 09:00, torno a bordo, gli equipaggi sono già svegli, entusiasti sorridono ripensando alla loro prima vera notte di canzoni in baia. Prendo il S.U.P. giallo gentilmente prestatomi da Nicola che mi concede volentieri la tavola. Appoggio due tazze sulla prua e sdraiato inizio a remare con le mani cercando con molto equilibrio di non ribaltare il caffè. Nikolas ride nel vedermi arrivare, prende i bicchieri, si raccomanda e ci suggerisce di entrar presto in porto il 15 che per ferragosto il porto é pieno perché alla vecchia Chora di Alonissos c’é una grande festa popolare a cui ci invita a non mancare. Ringrazio ed accetto l’invito, abbiamo stabilito un bel contatto. Dopo qualche minuto di silenzio capisco che ha piacere di restare nuovamente solo, lava entrambe le tazze in mare e me le restituisce <<Efkarikstò>>, <<Parakalò>>.
Alle 10.00 lasciamo Peristeri e navighiamo a motore verso nord, risalendo un mare calmo investito da un vento contrario. Raggiungiamo gli amici Gigi Macchina e Matteo De Nittis. Sono alla spiaggia del relitto, una arrugginita nave da carico greca di cui non si conosce bene la storia. Sembra la miniatura del più famoso “Navagio” arenatosi sull’isola ionica di Zante. La giornata scorre lenta, l’amaca a prua é molto gettonata, il sole scende piano dietro Alonissos. Ricompattiamo la flottiglia, che si era separata nel pomeriggio per un breve pit stop tecnico in porto di “Ikaria”. Ancoriamo ad Agios Gialos sulla costa Est di Alonissos. Dietro la spiaggia di ombrelloni ormai vuoti, un baretto ed una taverna, tutto molto curato. Mi accordo con Costas sul menù, stasera Cernione alla griglia, verdure fritte, pita e tsaziki. Serata di grasse risate ed ormai, a forza di mangiare, di grasse persone. Prima tenderata notturna di rientro alle barche, con una stellata che manda la prua del gommone verso il buio confine tra mare e cielo, anche oggi difficile da decretare… Ultimo Ouzo a bordo, non si può andare a dormire subito sotto questo cielo. Qualcuno scende in cabina ma poi torna in pozzetto perché ha la sensazione di lasciarsi sfuggire il momento…

DAY4 ALONISSOS/KYRA PANAGIA

Da Alonnisos ci spingiamo ancora a Nord waypoint su isola di Kyra Panagía. Il mare è calmo il vento da nord è contrario ma non eccessivo (9kts), dopo 1 ora e mezza a motore siamo già in vista dell’ampia baia che si apre a sud. In silenzio facciamo il giro antiorario del golfo pronti a dar fondo all’ancora. La difficoltà a decidere dove posizionarsi é dovuta al fatto che questo ampio “porto naturale” e selvaggio presenta scorci incredibili, e non é facile scegliere il meglio davanti a tanta bellezza. Alla fine optiamo per dar fondo all’ancora e fissare lunghe cime a terra ad Ormos Paigniou, attratti dall’acqua turchese trasparente che riflette su di un bel fondale di sabbia bianca. Di fronte a noi un isolotto che chiude ulteriormente e ripara dalla risacca. Che perla ragazzi!
Nisos (Isola) Kyra Panagía é abitata solamente da un gregge di capre, una mandria di mucche, cavalli, un grosso toro, un guardiano e diverse specie di uccelli protetti (fino a trecento). Siamo all’interno del Parco Naturale Marino di Alonnisos, istituito nel 1992 con lo scopo primario di salvaguardare la foca monaca Mediterranea, speriamo di incontrarne qualcuna nei prossimi giorni. É un mare che ti invita a tuffarti e tutti i membri della flottiglia sono in acqua anche Elena (11 anni) giovane amante del mare, soprannominata “occhi di polpo”, per la sua grande abilità nel segnalare la presenza dei molluschi tentacolari che di giorno sono ben nascosti in tana. É bello vedere bambini trascorrere ore ed ore in acqua con maschera e pinne ed entusiasmarsi osservando l’incredibile vita sottomarina. Starò diventando vecchio ma Elena mi riporta con la mente a quando da piccolino passavo giornate intere ad immergermi, mettendo la testa sotto i sassi grechi, sperando di scoprire ogni volta qualche pesce inedito.
Le caprette con lunghi pizzetti arrivano a pochi metri dall’acqua, ci osservano stranite e poi se ne vanno sparendo nella steppa.
Tramonto di quelli da ricordare, la dolce chitarra di Andrea accompagna il sole dietro la collinetta, qualche nuvola rende il cielo ancora più ingarbugliato, tra i colori dominano il rosa, il blu ed il violetto. Il fresco superdrink del capitano lancia la serata, siamo a bordo di Ikaria che accoglie meglio tutti e 19 membri di un unica grande famiglia. Serate in pozzetto, serate che ti ricorderai per sempre, ma adesso é notte, chiudete gli occhi, speriamo che il Veggente continui a predire un grande futuro e che il Protettore continui a vegliare sempre sulle nostre rotte… 

DAY5 KYRA PANAGIA/ALONISSOS (Patitiri)

La moka fischia, il caffe é pronto. Scendiamo a sud verso il porto di Patitiri ad Alonnisos. Solo il fiocco ci permette di navigare a 6 nodi al gran lasco. Arriviamo in porto quando il traghetto e due barche a vela stanno uscendo. Che splendido colpo di fortuna, abbiamo già raggiunto l’obiettivo di giornata: sono le 11 ed Ikaria e Hydra sono ancorate al porto di Alonnissos. Ritroviamo il nostro amico Gigi, anche lui con il suo equipaggio é arrivato presto stamattina per trovare il posto ambito. É il giorno di ferragosto e su, alla vecchia Chora, stasera é prevista una bella festa di paese. Refill di acqua e corrente, per pranzo optiamo per una buona Pita Gyros servitaci da una signora bionda e sorridente, é italiana di Arona, ha sposato un greco, hanno due vivaci bambine, che corrono intorno ai tavoli. Ormai vent’anni fà si è innamorata di quest’isola e non l’ha più lasciata. Per rinfrescarci andiamo a fare un bagno nella spiaggia di ciottoli a nord della baia del porto, Elena e Nicola, i più giovani del gruppo, giocano sulla spiaggia ad impilare sassi tondi, l’obiettivo è costruire una piramide, chi fa cadere tutto per primo perde la sfida. Elena “occhi di polpo” durante il bagno ne avvista un altro, oramai il suo fiuto non mente. Prendiamo il pullman e saliamo alla chora, c’é una discreta calca, l’isola è piena per il grande evento. La città vecchia arroccata in alto é splendida, da una chiesetta bianca dal tetto azzurro godiamo dei colori del tramonto, si vedono tutte le sorelle Sporadi e quel blu intenso che le avvolge, sullo sfondo all’orizzonte cielo ed Egeo, un vento caldo leggero, Mediterraneo. Ottima cena a base di carne e otekitá, poi con un bicchiere di Ouzo tutti al centro della piazza dove da un palco musicisti intonano canzoni tipiche tradizionali. Ogni tre per due partono lunghi biscioni di persone di tutte le età che sottobraccio in cerchio ballano coordinati il sirtaki. Proviamo senza disturbare ad indovinare i passi. Vicino al palco c’é un bar dove ci si può rifornire, in fondo ad una grande sala vuota un gruppo di anziani é seduto intorno ad un tavolo. Valentina ha il tempo della musica ed insieme con imbarazzo proviamo i passi per essere pronti ad entrare nella festa senza pestare piedi. I nonnini ci guardano e sorridono divertiti. Ad un certo punto il più vecchio si alza, ha capelli bianchissimi é alto un metro e sessanta ha un po’ di gobbba e si muove lento. Avrà ormai 90 anni ma ha ancor una coordinazione invidiabile e sicuramente migliore della nostra. Prende sottobraccio Valentina, mi stacco immediatamente per lasciare la scena. Al bar tre giovani ragazze greche ordianano una Mythos e sono pronte a tornare fuori al centro della festa. Sono loro a guidare il lungo serpentone oggi, sono le più brave e dunque stanno in testa al serpente. Una di loro si accorge del momento, avvisa immediatamente le altre ed anziché uscire dal locale cambiano repentine la traiettoria, si dirigono verso di noi. Non intervengono nel ballo ma circondano Valentina e Takis, battono le mani a tempo ammirando la scena in silenzio, quasi in stato di venerazione. Assistiamo incantati, vorremmo fermare per un attimo il tempo. Negli occhi lucidi di quelle ragazze sono racchiusi i grandi valori del popolo greco, isole di persone vere autentiche, paese di tradizioni sane che vengono difese e tramandate, un atto di grande rispetto, di valori, di storia. Il tutto dura poco, attimi di Grecia, con grande classe prima di congedarsi il vecchio saluta e ringrazia Vale, le giovani ragazze greche si alzano e schizzano fuori, é partito un altro sirtaki. Con un po’ di coraggio entriamo nel giro girotondo senza invadere, solo un goffo ballo assieme a “tutti loro” e poi ebbri di ouzo e risate riprendiamo l’affollato pulman che ci riporta a Patitiri. Le nostre barche ci attendono, cadiamo in un sonno profondo, stanchi, sfiniti, vivi…

DAY6 ALONISSOS/ADELPHI

Freddo caffè e quattro chiacchere con l’amico Gigi, grande persona oltre che grande marinaio. Andiamo insieme al panificio, chiediamo ad una sorridentissima signora infarinata dove possiamo trovare la pescheria, lei sghignazzando ci indica il signore di fianco a noi che ha appena ordinato un espresso. Gli offro il caffè e gli chiedo di fare con calma, non c’é fretta. Lo seguiamo in pescheria, dove acquistiamo calamari, gamberi e tre grossi dentici da un chilo e mezzo. Il buon uomo ci regala dei sardoncini marinati e del macarello (sgombro) spinato e marinato nell’olio con olive e pomodorini, che bontà. Verso le 11.00 recuperiamo l’ancora e salutiamo Alonnisos. Rotta verso sud/est, inizia la discesa. Dopo circa un’oretta ci troviamo di fronte Adhelfi. Anche se il piano é quello di scendere sino a Skantzoura entriamo in una stretta baia, un’attrazione istintiva, come fu per Ulisse il richiamo delle sirene, anche noi abbiamo subíto il fascino di Adhelfi. Posto clamoroso e solitario, meteo favorevole, ci inventiamo un ancoraggio a “ragnatela” per poter restare in sicurezza a dormire la notte. La tecnica é quella di dare fondo alle due ancore di Hydra ed Ikaria afforcandole con la prua rivolta a sud, andare in retromarcia piazzando delle lunghe e larghe cime in terra che dovranno tenere le eventuali raffiche di Meltemi provenienti dal I e IV quadrante. Giornata di relax e grandi prove in cucina. Cous Cous di verdure con calamari e gamberi, dentice al forno con patate ed olive. Che bello vedere la collaborazione di tutta la ciurma che con passione si cimenta in cucina. Pranzo lucculiano, annaffiato da un otre di vino bianco. Chitarre ed armoniche sono calde. Per cena gamberi al curry, specialità di Carlotta, un vento caldo ma lieve investe le poppe delle nostre barche, il cielo sempre vivace pullula di stelle cadenti. Quando abbiamo finito i desideri da esprimere sveniamo sdraiati sulla tuga, domattina ci aspetterà un risveglio in paradiso, non vediamo l’ora…

DAY7 ADELPHI/SKANTZOURA

Il silenzio di Adhelfi al mattino presto é clamoroso. Nemmeno le capre che nei giorni scorsi venivano a darci il buongiorno disturbano la quiete di questa baia. Decidiamo di salire ed andare in avanscoperta per vedere il panorama dall’alto. Camminata calda e ripida, Elena la più giovane del gruppo scopre di avere buone qualità da scalatrice e, scortata dal comandante, si inerpica in cima tra la verde macchia fatta di bassi arbusti e ripidi sassi. Arrivati sotto un ulivo ci fermiamo all’ombra per un po’ di riposo e soprattutto per ammirare lo spettacolo. Sono le 11.30, un ultimo sguardo dietro per fissare bene in mente la bellezza di questo luogo, salutiamo Adelphi e continuiamo la discesa a Sud Est. Alle 13.00 siamo dentro la baia Sud sull’isola di Skantzoura. L’acqua è turchese, la sabbia bianca riflette luce, entriamo in un lungo budello abbastanza stretto. Diamo fondo al centro della baia in 5 metri di profondità, sembra di aver messo le barche in piscina con l’unica differenza che anziché il cloro sulla pelle ci resterà solo il sale. Non potrà essere l’ormeggio definitivo, le scogliere a sponda sono molto vicine. I giovani marinai di Ikaria si cimentano in un’ottima insalata di riso, mentre Silvia a bordo di Hydra, sfodera una pasta alla Norma davvero squisita. Piano piano la baia si svuota, tutto diventa ancor più magico. Per restare la notte l’unica soluzione sicura è riproporre nuovamente la “ragnatela”. Sulla nostra poppa però, un gommone cabinato di 10 mt non sembra dell’idea di andarsene, anche lui è ormeggiato con ancora, cime di poppa e cime trasversali. Con il tender andiamo a conoscerce questa famiglia di Greci. Lei è bellissima, tratti Mediterranei rimarcati con la matita nera e mascara anche in costume appena uscita da una nuotata in mare. Ci accolgono con un sorriso. Dicono che questo é il loro posto preferito e che spenderanno tutto il tempo delle loro vacanze ancorati qua, perché sono ancorati al sicuro e perché la baia nelle ore più belle é sempre vuota. Il comandante é un uomo deciso sulla quarantina, sorridendo accetta la nostra proposta di essere chiuso per una notte dalle nostre cime a terra, gli abbiamo fatto una buona impressione, sa che il meteo sarà favorevole stanotte, sorride ed annuisce alla richiesta. Assieme ad Alessandro, abilissimo nuotatore predisponiamo le lunghe cime dateci in dotazione dai ragazzi della @DreamYachtCharter.
L’amaca viola a prua è super gettonata, la luna a poco più di un quarto lascia ancora spazio alle stelle. Nessun abitante sull’isola di Skantzoura, così come ad Adhelfi i telefoni non hanno campo, siamo completamente disconnessi dal mondo da oltre 48 ore, non ce ne vogliano a casa ma questa solitudine ci piace da impazzire…

DAY8 SKANTZOURA/SKYROS (Fokas)

Il silenzio di Adhelfi al mattino presto é clamoroso. Nemmeno le capre che nei giorni scorsi venivano a darci il buongiorno disturbano la quiete di questa baia. Decidiamo di salire ed andare in avanscoperta per vedere il panorama dall’alto. Camminata calda e ripida, Elena la più giovane del gruppo scopre di avere buone qualità da scalatrice e, scortata dal comandante, si inerpica in cima tra la verde macchia fatta di bassi arbusti e ripidi sassi. Arrivati sotto un ulivo ci fermiamo all’ombra per un po’ di riposo e soprattutto per ammirare lo spettacolo. Sono le 11.30, un ultimo sguardo dietro per fissare bene in mente la bellezza di questo luogo, salutiamo Adelphi e continuiamo la discesa a Sud Est. Alle 13.00 siamo dentro la baia Sud sull’isola di Skantzoura. L’acqua è turchese, la sabbia bianca riflette luce, entriamo in un lungo budello abbastanza stretto. Diamo fondo al centro della baia in 5 metri di profondità, sembra di aver messo le barche in piscina con l’unica differenza che anziché il cloro sulla pelle ci resterà solo il sale. Non potrà essere l’ormeggio definitivo, le scogliere a sponda sono molto vicine. I giovani marinai di Ikaria si cimentano in un’ottima insalata di riso, mentre Silvia a bordo di Hydra, sfodera una pasta alla Norma davvero squisita. Piano piano la baia si svuota, tutto diventa ancor più magico. Per restare la notte l’unica soluzione sicura è riproporre nuovamente la “ragnatela”. Sulla nostra poppa però, un gommone cabinato di 10 mt non sembra dell’idea di andarsene, anche lui è ormeggiato con ancora, cime di poppa e cime trasversali. Con il tender andiamo a conoscerce questa famiglia di Greci. Lei è bellissima, tratti Mediterranei rimarcati con la matita nera e mascara anche in costume appena uscita da una nuotata in mare. Ci accolgono con un sorriso. Dicono che questo é il loro posto preferito e che spenderanno tutto il tempo delle loro vacanze ancorati qua, perché sono ancorati al sicuro e perché la baia nelle ore più belle é sempre vuota. Il comandante é un uomo deciso sulla quarantina, sorridendo accetta la nostra proposta di essere chiuso per una notte dalle nostre cime a terra, gli abbiamo fatto una buona impressione, sa che il meteo sarà favorevole stanotte, sorride ed annuisce alla richiesta. Assieme ad Alessandro, abilissimo nuotatore predisponiamo le lunghe cime dateci in dotazione dai ragazzi della @DreamYachtCharter.
L’amaca viola a prua è super gettonata, la luna a poco più di un quarto lascia ancora spazio alle stelle. Nessun abitante sull’isola di Skantzoura, così come ad Adhelfi i telefoni non hanno campo, siamo completamente disconnessi dal mondo da oltre 48 ore, non ce ne vogliano a casa ma questa solitudine ci piace da impazzire…

DAY9 SKYROS (Linaria)

Sono le 04:30 di notte la drizza del gennaker, lasciata volutamente lasca ed incocciata a piede d’albero inizia a sbattere con violenza facendo partire l’allarme. É lui lo riconosciamo e come l’anno scorso é arrivato in piena notte. Apro gli occhi la luce in testa d’albero di “Ikaria” si muove con buona velocità verso l’uscita della baia. Sta arando. Salgo sul tender che fortunatamente é lì a poppa con già il motore a bordo. Prima di mettere in moto e sparire nel buio, Carlotta, che nel frattempo si é svegliata dal trambusto, mi chiede con sguardo assonnato ed un po’ spaventato <> Io le sorrido: <> . Con il tender a 5 nodi di velocità ed in mezzo alle crestine bianche punto deciso la prua di Ikaria. Albi ha già il motore in moto. Salgo a bordo, entrambi siamo contenti di vederci così svegli e pronti. Cenno d’intesa senza parlare vado a prua a salpare l’ancora mentre lui lavora con timone e leva del gas per tenere la barca al vento, abbiamo ancora tanto margine sottovento non c’é nulla, solo Egeo. Anche Laura su Ikaria é sveglia, si mette all’altezza delle crocette per fare da ponte nel caso io e Albi dovessimo comunicare. La manovra é rapida, l’ancora é a bordo dopo 2 minuti. Scegliamo questa volta di piazzarci a sinistra di Hydra, diamo fondo nell’ampia baia e stendiamo 35 mt di catena in 7 di acqua. Questa volta l’ancora ha fatto testa, caliamo altri 25 mt per dormire sonni tranquilli. Buonanotte Ikaria. Rientro con il tender un po’ bagnato per risalire il Meltemi che dopo le prime raffiche potenti sembra essersi assestato sui 30 nodi. Poco importa una volta a bordo cambierò la maglietta. Cammino a prua Hydra non si muove ma filo altri 10 mt di catena (tutta) per star sereno. Carlotta, attenta, ha già raccolto gli asciugamani a rischio appesi alle draglie, il resto della ciurma dorme in un sonno profondo. Alle 8.00 stamattina sono tutti svegli, una bella colazione riparati dallo sprayhood (cappottina), un primo sguardo intorno, per qualcuno il primo contatto con questo vento così potente e fiero. Sono in piedi sulla spiaggetta di poppa di spalle al resto dell’equipaggio, le note di Jeff Buckley rieccheggiano forti dalle casse di Hydra. Sono di fronte al mare e come dinnanzi ad una bandiera nazionale canto un inno di ringraziamento, di preghiera verso l’orizzonte “Hallelujah, Hallelujah…” Sono felice di essere qua, di poter anche oggi osservare la mia barca all’ancora spazzolare l’acqua in fase di bramdeggio, sembra quasi stia navigando da ferma. I marinai devono avere sempre qualche buona stella in cielo che li protegge, ed io questa mattina mi sento l’uomo più fortunato del Mediterraneo. Scende anche una lacrimuccia dall’occhio sinistro, commozione da Meltemi, non pensavo si arrivasse a provare tante emozioni per un vento. Sono coperto dai miei occhiali neri, resto di spalle sino a che non sia Lui stesso ad asciugarmi il volto. Sorrido, mi giro, un’altra tazza di caffè e si parte. Due mani di terzaroli ed uno spicchio di fiocco sono sufficienti per far straorzare le barche, dobbiamo stare pronti a lascare le scotte se non vogliamo perdere il controllo.
In un ora siamo fuori dal porto di Skyros che proprio oggi ospita una regata. Regata tosta oggi per marinai veri! Ci affianca un biondo a bordo di un gommone ha una maglietta acrilica gialla fluo, ci dà il benvenuto a Skyros e con una lavagnetta ci spiega con grande precisione la manovra da compiere e dove vuole sistemarci. Che servizio ragazzi mai visto nulla di così organizzato nelle isole della Grecia Orientale. Linaria, il porto di Skyros è bellissimo, bitte gialle con dei polpi disegnati, due panchine rivolte verso la banchina e due davanti la scogliera verso l’infinito blu. Servizio di bagni e docce con musica continua e gradevole, Wi fi, acqua corrente e luce al prezzo di € 25 a barca. Dopo un ottimo pranzo alla taverna @Thalassaki, conosciamo Jorgos, meccanico tutto fare e titolare di un negozio di noleggio scooter @SkyrosRent Nel suo “patio” sono parcheggiati gli ultimi 10 motorini (ne ha una trentina in totale), sembrano fatti apposta per noi. Decidiamo di compiere il giro antiorario della parte nord dell’isola, Skyros é gigantesca, ci vorranno due giorni per vederla forse tutta. Saliamo al Monastero di St. George, gli scooter faticano in salita e qualcuno è costretto salire a piedi. Da qui la vista della Chora di Skyros è mozzafiato, il tour a terra continua, ci godiamo un tramonto unico in mare, siamo sul lato Ovest ad Atsitsa. Ormai al crepuscolo vediamo scorrere le baie di Fokas e Pevki. Che bella Skyros, siamo liberi con il vento in faccia e le mani ben salde sugli scooter, non riusciamo a non ridere sotto i caschi, arriviamo al porto di notte. Linaria è bella ancor di più, il traghetto blu Skyros Shipping spegne i generatori, dopo l’ultimo oramai sacro Ouzo in pozzetto chiudiamo gli occhi. Quante emozioni in una giornata intensa che sembra aver avuto 32 ore anziché 24…

DAY10 SKYROS (Sarakino)

Sveglia alle 8 ancora tutti dormono. Scendo dalla barca e mi siedo sulla panchina rivolta al mare. Osservo, scrivo qualche pensiero sul mio diario e ne elaboro altri, il luogo si presta alle riflessioni. Il Meltemi ancora è teso, le sue raffiche sul mare sono inconfondibili, sono lunghe pettinate sull’acqua che in alcuni punti nebulizzano e alzano il sale. Tengo stretto sia telefono che caffè, il rischio che volino in mare é elevato. Dopo qualche minuto, un agile vecchietto greco sulla settantina ed un signore di quarant’anni secco e con la faccia segnata da qualche cicatrice si mettono a cercare in mezzo ai buchi tra gli scogli proprio sotto ai miei piedi. Li osservo, non capisco e gli chiedo cosa stanno cercando. A gesti mi spiegano che ieri notte una raffica di vento ha fatto volare una custodia in plastica del telefono e delle cuffie auricolari che secondo loro non potevano essersi volatilizzate e dovevano essere per forza lí. Sembra una pratica conosciuta, per la fiducia e la cura con cui conducono le ricerche deve essergli già capitato altre volte. Sono trascorsi novanta minuti effettivi, alzo lo sguardo dal pozzetto e i due sono ancora lì a cercare, muovendosi come granchi sulla scogliera. Si sono dati del tempo per cercare un oggetto perso, se penso al costo di ciò che stanno cercando mi chiedo ma chi glielo fa fare!? Poi invece mi ricredo quando li vedo sorridere mentre si scambiano qualche battuta e danno due sorsi al freddo café. Pensa, se la trovassero avrebbero compiuto l’impresa di giornata e ne trarrebbero una grossa soddisfazione personale ripagati dalla fatica, nel malaugurato caso in cui le ricerche non andassero a buon fine potrebbero definirsi soddisfatti per aver fatto il possibile avendo comunque trascorso qualche ora tra amici sulla scogliera a bere un caffè parlando del più e del meno. Filosofia di vita impeccabile dalla doppia morale: non importa quale sia il valore di un oggetto smarrito, nell’epoca del consumismo sulle isole c’è ancora qualcuno che ci tiene a fare le cose per bene e si mette alla ricerca di una custodia smarrita di un cellulare; lezione sul tempo, loro questa mattina si sono concessi del tempo, chi di noi a casa propria di lunedì avrebbe avuto il tempo di fermarsi due ore sul molo a cercare? Momento Zen terminato, prendiamo gli scooter e vaghiamo per le stradine sterrate al centro di Skyros, siamo alla ricerca dei pony nani selvaggi che abitano queste colline. Dopo più di un ora troviamo due esemplari racchiusi in un recinto, non proprio ciò che cercavamo comunque spuntiamo dalla lista: visti. Il sogno resta quello di incontrare in mare la foca monaca, presente in queste acque e salvaguardata come specie protetta dall’Unesco, ma credo che almeno per questa volta, il sogno resterà tale. Bagnetto e polpo in vinegar a Pefko Taverna, poi alle 16 riconsegnamo gli scooter, é tempo di salpare, questa terra ci impigrisce. Il vento é ancora forte sui 25 nodi e sbatte sul mascone di sinistra schiacciandoci verso la banchina. Tutto il porto compresi alcuni pescatori che interrompono il loro pasto vengono in soccorso alla manovra. Qualche visione diversa sulle azioni da compiere per il disormeggio sembrano aver infastidito l’ormeggiatore del porto. Ci sta, ognuno ha le proprie convinzioni ma alla fine l’ultima parola spetta sempre al comandante, almeno se sbaglio sbaglio io perché ero convinto di un concetto. Se andassimo a rovinare le barche per una manovra imposta non me lo perdonerei. Grazie marinai e grazie Skyros, sei stata sicuramente l’isola delle Sporadi che ci ha regalato le emozioni più belle. Un ora di navigazione al lasco, raggiungiamo punte di 7 nodi con il solo fiocco parzialmente rollato. Arriviamo a Sarakino isola a sud di Skyros. Siamo di nuovo soli. Studiamo la tecnica migliore per riuscire ad ancorare e dormire sogni tranquilli. La baia é lunga e stretta, il ragno è pronto a tessere una nuova tela. Alessandro il magnifico nuota oramai solo se ha delle cime nelle mani e in meno di 10 minuti ne ha già piazzate quattro. Ultimo bagno oramai senza sole. Prima uscita del giovane Stefano con il fucile subacqueo, one shoot one kill, spara ad una cerniotta che finisce dritta dritta in padella. Il vento ruota e varia di intensità ma la media resta piacevole sui 10 nodi ogni tanto qualche raffica a 15. Fuori il mare ruggisce ancora, questa é un’oasi di pace, ringraziamo Jorgos e Nikolas per averci regalato questa dritta, io non ho mai visto una baia più bella di questa…

DAY11 SKYROS

Apro gli occhi, sono le 06:50, il sole sta entrando nella baia. Il vento si é placato, siamo soli. Ad una cinquantina di metri dalle nostre poppe la spiaggetta di Sarakino, un rettangolo di sabbia largo meno di settanta metri. Acqua chiara, limpidissima, l’impatto é dolce con trenta bracciate sei a terra. La sabbia é già piacevolmente calda. Un po’ di allungamenti muscolari per schiena e gambe dopo dieci giorni di dormite sui cuscini delle panche in pozzetto producono un grande senso di benessere. Fuori l’aria é ancora frizzante, abbraccio la terra tiepida e respiro profondo con il naso durante lo stretching. Provo a riconoscere qualche odore, sono stato influenzato da Stefanos, base manager DreamYachtCharter sentito al telefono proprio ieri, mi ha confessato che su quest’isola crescono naturali sulla collinetta delle piante di thé. A bordo ancora tutto tace, mi guardo intorno ed anche oggi in stato di ammirazione osservo i dettagli di questa baia. É bello sapere che esistono in Mediterraneo posti così incontaminati. Prima che diventi troppo caldo subito dopo la colazione saliamo a piedi alla ricerca della pianta del thé. In realtà non sappiamo esattamente né quale tipo di foglia e né che qualità di thé stiamo cercando, ma é bello così, annusiamo ogni arbusto che ci passa per le mani. Per esclusione arriviamo a sentenziare, senza troppa convinzione, che la cosa che più assomiglia alla pianta che stiamo cercando é un arbusto piccolo che produce un fiore peloso, che ha un odore che sta tra la camomilla e la liquirizia. Un veliero greco con una trentina di ospiti a bordo sta entrando nella baia. Saltiamo al volo sul tender ed andiamo incontro alla barca che fa uscite giornaliere da Skyros a Sarakino. Ci presentiamo, a prua ci risponde col sorriso una bella ragazza greca, Maria, che sta preparando i cavi di ormeggio. Chiediamo scusa per aver chiuso l’ingresso alla baia, chiediamo quali sono i loro orari e se gli dà fastidio la nostra presenza. Il capitano, gentilissimo, ci dice che non é un problema, ci dà il tempo di smanare per un attimo la ragnatela, “aprire” il recinto di corde creato per rendere sicuro il nostro ancoraggio per poi farsi richiudere all’interno dai nostri cavi. I turisti scattano foto e sembrano divertiti dalla situazione, alcuni di loro ci guardano con parecchia invidia. Alzo la mano al passaggio del veliero in segno di riconoscenza, il comandante ricambia. Verso le 13.00 arriva un altra barca a vela, ha il numero uno sulla fiancata ed una grande bandiera rettangolare colorata. Sono italiani, scambio di informazioni da barca a barca, quell’uno che sta sulla fiancata è 1 di 11, le altre 10 barche della flottiglia dovrebbero arrivare qui domani per fare un party su quella minuscola spiaggia con tanto di generatore da sbarcare a terra, casse audio, scintillini e bastoncini fluo. Scambio di opinioni, il comandante numero uno alla fine di ogni frase esclama “Tanto parliamo la stessa lingua, no!?” con un forte accento milanese. No amico mio, dopo un po’ che proviamo a stabire un contatto mi sa tanto che non parliamo la stessa lingua. Dopo l’ultimo opposto scambio di vedute, se ne va, ci salutiamo a distanza, ognuno farà la propria rotta, non c’é spazio per stare entrambi nella stessa baia, anche se si trattasse della baia più grande del mondo.
Alle 15 riapriamo il recinto e salutiamo gli amici greci. Siamo nuovamente soli, Spapuz, soprannome del mitico Marco, si é messo di buona lena per imparare a suonare con la chitarra il ritornello della sua canzone preferita. Testardo e tenace prova e riprova a prua sino al calar del buio, e proprio poco prima di cena rientra in pozzetto ed intona alla perfezione la sua canzone che rappresenta perfettamente la condizione attuale di “Hydra” ed “Ikaria”.

DAY 12 SKYROS/SKANTZOURA

É il momento di smanare l’ormeggio a ragnatela e lasciare l’isola del thé. Il vento oggi é stabile tra i 15 ed i 20 nodi da Nordest, condizioni ideali per iniziare la risalita e fare miglia verso Skantzoura. Sono cinque ore di navigazione dove tutto l’equipaggio si alterna al timone. L’ultimo tratto é di Andrea che in questi giorni si é davvero appassionato alla vela e prova soddisfazione nel condurre questa bella bolina raggiungendo punte di velocità a 7.5 nodi. Sul versante Ovest di Skantzoura si apre una baia gigantesca, ridosso ideale dal mare che in estate 9 volte su 10 presenta onda da Nord Est. La tentazione di chiudere un altra baia é grande, ma alla fine preferiamo metterci a pacchetto con due cime a terra fuori dalla stretta insenatura, per riuscire a vedere l’ultimo tramonto dietro Skopelos. Con noi all’interno del baione ci sono altre cinque barche. Silvia, di secondo nome Norma, concede il bis e dunque tutti a tagliare melanzane in Grecia, proprio come nel mitico film Mediterraneo (film). Il tempo scorre lento: un tuffo, un sorso di Mythos, una canzone, una sforchettata di pasta, la siesta sull’amaca, un cruciverba di gruppo e nel mezzo una valanga di risate. Ci siamo dimenticati del mondo, proprio come accadde al tenente Nicola Lorusso (Diego Abatantuono) anche a noi ci sembra che <> Noi in realtà siamo una grande ciurma e se siamo d’accordo con il tenente sul fatto che il tempo in vacanza passa in fretta e che due settimane sole non ci bastano, assistiamo volentieri a questo ultimo coloratissimo tramonto greco, seduti sulla tuga di Hydra. Alle 20 però, facciamo una triste scoperta. A bordo sono finite le scorte di ouzo e di vino e sono rimaste solamente due Mythos da 33cl. Con il tender andiamo a testare la solidarietà tra marinai, non senza imbarazzo, Andrea con il suo perfetto inglese chiede alle altre barche se possono vendergli qualche bottiglia di vino o birra per rendere dignitosa l’ultima cena a bordo. Due signori greci armatori di un Comet 420 degli anni 80′ sorridono quando gli diciamo che siamo di Rimini, sottolineano che la loro barca dello storico cantiere Comar é stata costruita a Forlí proprio a pochi Km da dove abitiamo noi. Beffardo il capitano, ci allunga una sportina di birre (una decina di lattine), sottolineando il fatto che a lui non piace e che le teneva per gli ospiti. Non accetta soldi, é un regalo, ci augura buona serata e ci invita a tornare sulla nostra barca. Mentre rientriamo veniamo richiamati dal comandante e padre di una famiglia dell’est Europa, si trova a bordo di un Bavaria 37 preso a noleggio a Skiathos. Ha assistito alla scena ed anche lui vuole contribuire all’offerta di alcolici consegnandoci mezza bottiglia di Ouzo già aperta, implorandoci di portargliela via perché altrimenti l’avrebbe bevuta tutta da solo questa sera e non sarebbe stata una buona cosa. Accettiamo l’offerta e continuiamo a ridere. Ecco che da una goliardata totale torniamo a bordo accolti da un applauso generale, ci siamo divertiti, abbiamo conosciuto altri marinai che come sempre hanno riconosciuto lo spirito sano ed hanno contribuito ad “aiutare” loro simili. Questa c’ha i calzetti, ancora non l’avevo vista! La navigazione é stata impegnativa e la giornata lunghissima, dopo cena anche le mani hanno presto voglia di lasciare la chitarra. E così nell’intento di non mollare ci addormentiamo tutti nel pozzetto testa contro testa, chi seduto chi sdraiato chi per terra e chi sull’amaca. Ogni tanto sento i passi di qualcuno che raggiunge piano la sua cabina, sono le 02:00 il pozzetto é sgombro, buonanotte ciurma…

DAY 13 SKANTZOURA/SKIATHOS

La parola del giorno é “ultimo”, ma senza esserci messi esplicitamente d’accordo nessuno di noi la pronuncia a voce alta. Tutta la ciurma vuole godere fino in fondo ed assorbire tutta la linfa energetica che ci metterà di fronte questa lunga giornata. Sulla spiaggia é pieno di immondizia e soprattutto di maledetta plastica, vera piaga mondiale da oltre vent’anni. Chi naviga sa quanto la situazione sia incredibilmente peggiorata, perché vedere tanta sporcizia in mare fa davvero male. Forse a terra abbiamo abituato l’occhio, una cicca per terra, un sacchetto vuoto di patatine o una bottiglia di plastica che rotola sull’asfalto non sembrano essere piú un problema. “Facciamo spallucce” autoconvincendoci che tanto ci sono gli operatori ecologici che lo andranno a raccogliere. Fa più comodo pensarla così, piuttosto che chinarsi a raccogliere… Scendiamo in spiaggia con dei grandi sacchi blu e diamo una bella ripulita ai primi metri di spiaggia quelli più vicini al mare. Abbiamo fatto poco addentrandoci un po’ più in là sembra una discarica a cielo aperto, ora però arrivando dal mare ci si potrà sdraiare sulla sabbia senza ritrovarsi cannucce tra i capelli. Ancora 30 miglia da Skantzoura a Skiathos, oggi l’equipaggio di Hydra é particolarmente in forma e dopo aver preso la paga per quasi tutta la settimana dai compagni di flottiglia di Ikaria, oggi volano con punte di 8.9 kts sulle raffiche di vento più potenti. Che regalo questa ultime tre ore di vela, adrenalina pura! Nel canale tra Skopelos e Skiathos il vento cala. Con la sola randa e motore, il pilota automatico mantiene la rotta, tutto l’equipaggio é a prua per assorbire gli ultimi raggi di un sole pomeridiano in veloce discesa. All’ingresso del porto @BenHarper fa da colonna sonora ai titoli di coda di questo bellissimo film, il nostro, dove tutti gli attori della ciurma non hanno avuto bisogno di recitare per creare questo capolavoro, sono semplicemente stati loro stessi, liberi di esprimersi come forse non lo si era da tempo.
Ultima infinita serata a Skiathos, al ristorante greco del Mulino un terzetto canta canzoni locali con il buzuki (chitarra greca) che accompagna ogni nota. Dormiamo poche ore, suoniamo ancora in aeroporto, suoniamo e cantiamo persino dentro l’aereo davanti allo stupore ed ai sorrisi di hostess e stewart che vorrebbero fermarci ma finiscono per assistere al concerto.
Poi il carrello cigola, le ruote dell’aereo sono fuori, atterraggio in corso…